La partecipazione è un’opportunità!
I principali scopi che si possono raggiungere attraverso un processo di partecipazione sono:
- incentivare il dialogo e la mediazione come strategie per la elaborazione del Piano;
- riconoscere la legittimità di tutte le posizioni;
- adattare uno scenario comune tra tutti gli interessati alla gestione dell’acqua, mettendo in evidenza i punti in comune e cercando le soluzioni per risolvere gli eventuali conflitti;
- far cooperare le istituzioni pubbliche con quelle private nella elaborazione del Piano di Gestione;
- approfondire le politiche di complementarietà tra i poteri pubblici e la società civile dandone la massima informazione nel rispetto delle diverse posizioni;
- presentare le conclusioni ottenute durante il processo.
E’ un obbligo normativo?
Sì, la partecipazione è prevista e incentivata a livello comunitario dalle direttive 2000/60/CE (art.14) e 2007/60/CE (art. 10).
Le forme di partecipazione previste dalla normativa sono:
- l’accesso alle informazioni;
- la consultazione;
- il coinvolgimento attivo.
Chi viene coinvolto?
La normativa europea individua 2 principali soggetti da coinvolgere nel processo di partecipazione:
- il pubblico a cui devono essere consentiti la consultazione e l’accesso alle informazioni di base. La definizione è quella della Direttiva VAS (2001/42/CE), così come recepita dal decreto legislativo 152/06 e s.m.i.: una o più persone fisiche o giuridiche, secondo la normativa o la prassi nazionale, e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi;
- i portatori di interesse a cui deve essere consentita anche una partecipazione attiva. Si tratta di: qualsiasi persona, gruppo o organizzazione con un interesse in una questione, sia perché direttamente coinvolta, sia perché in grado di avere una qualche influenza sugli esiti. Tra i portatori di interesse è necessario comprendere coloro che ancora non sono consapevoli del fatto che subiranno gli effetti di una problematica, ovvero la maggior parte dei singoli cittadini e molte società o ONG di piccole dimensioni.
È fondamentale effettuare un’analisi trasparente dei portatori di interesse al fine di coinvolgere attivamente un numero di soggetti compatibile con i tempi, le risorse e le capacità organizzative a disposizione per il processo partecipativo. La selezione potrà basarsi su vari fattori, quali ad esempio:
- importanza e ruolo del soggetto rispetto alle questioni di gestione delle acque prese in esame;
- livello di rappresentanza rispetto alla scala della discussione;
- contesto sociale in cui avviene il processo;
- capacità di partecipazione.
Il gruppo di portatori di interesse selezionato dovrà comunque essere il più possibile rappresentativo delle parti che hanno un potenziale interesse nelle varie problematiche.
È poi opportuno distinguere tra soggetti istituzionali, cui spettano decisioni direttamente o indirettamente inerenti i Piani di Gestione distrettuali, e soggetti non istituzionali. In particolare sono:
Soggetti istituzionali:
Amministrazioni, Autorità ed Enti Pubblici nazionali e locali;
agenzie ambientali.
Soggetti non istituzionali:
- comunità scientifica;
- associazioni con specifici interessi economici;
- associazioni e organizzazioni non governative con specifici interessi ambientali e territoriali;
- società/studi di pianificazione/progettazione ambientale;
- ordini professionali;
- altre associazioni e utilizzatori a vario titolo delle acque;
- pubblico generale.
Naturalmente soggetti diversi possono essere coinvolti con modalità e livelli di approfondimento diversi. Fondamentale è, però, che ciascuna scelta nella progettazione del processo partecipativo sia documentata, motivata e condivisa. Proprio per questo le direttive 2000/60/CE e 2007/60/CE prevedono un documento che illustri le misure consultive che si intendono adottare, sottoponendole a consultazione pubblica.
Come si sviluppa la partecipazione?
Le direttive quadro promuovono la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all’elaborazione, al riesame e all’aggiornamento del Piano di Gestione.
L’Autorità di Distretto pubblica e rende disponibili i seguenti documenti per eventuali osservazioni del pubblico:
- il calendario e il programma di lavoro per la presentazione del piano, inclusa una dichiarazione delle misure consultive che devono essere prese almeno tre anni prima dell’inizio del periodo cui il piano si riferisce;
- una valutazione globale provvisoria dei principali problemi di gestione delle acque identificati nei bacini idrografici almeno due anni prima dell’inizio del periodo cui si riferisce il piano;
- il progetto del Piano di Gestione, almeno un anno prima dell’inizio del periodo cui il piano si riferisce.
La normativa dell’Unione Europea indica i temi sui quali improntare il processo di partecipazione pubblica e le forme di partecipazione da attivare (accesso all’informazione, consultazione, partecipazione attiva) ma lascia ampia libertà agli Stati Membri di impostare il processo in funzione della situazione sociale e della prassi dei singoli Stati.
La normativa prevede un periodo minimo di sei mesi per la presentazione di osservazioni scritte sui documenti in questione al fine di garantire l’attiva partecipazione e la consultazione di pubblico e portatori di interesse.
Un altro aspetto importante del processo di partecipazione pubblica è la diffusione delle informazioni, non solo dei documenti ma anche della loro esistenza, delle fasi d’avanzamento del processo di pianificazione e del processo di partecipazione stesso.
Per approfondire
Misure in materia di informazione e consultazione pubblica (DIRETTIVA QUADRO RISCHIO ALLUVIONI)
Misure in materia di informazione e consultazione pubblica (DIRETTIVA QUADRO ACQUE)
Come partecipare?
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